martedì 9 settembre 2008

Ballotsha

L’uomo era davvero enorme come me l’avevano descritto, alto forse due metri, vestito con uno splendido smoking bianco dai bottoni dorati, un panama di feltro nero fra le mani coperte da guanti di pizzo bianco.
Nella stanza appena ridipinta illuminata da un tubo al neon tre donne piangevano sommesse, un ventilatore non bastava a scacciare nugoli di mosche che si posavano dappertutto, un’altra donna, vestita di scuro era entrata con un recipiente di vetro pieno di unguenti profumati che con la punta delle dita spargeva a piccole gocce su tutto il corpo e sui rivestimenti in stoffa della bara.
Al di là della porta, nel cortile, centinaia di persone ballavano e bevevano in suo onore, su un grande fuoco si arrostivano spiedini di carne per tutti i presenti, a turno qualcuno saliva su una sedia e con un microfono gracchiante decantava le virtù del grande uomo appena scomparso.
In mezzo alla folla, su una fila di sedie stavano i figli, lo sguardo assente, intontiti dal fragore vorticoso che li circondava, più in disparte un cerchio di uomini intonava litanie e preghiere a chissà quale divinità tribale per onorare il capo appena scomparso.
Lo chiamavano ballotsha, leader di una società segreta tradizionale,fervente musulmano e direttore della scuola islamica, Un giorno un missionario cattolico lo convinse a convertirsi, gli parlò così bene che uscì di corsa da casa sua per infilarsi nella prima chiesa a pregare e chiedere il battesimo, peccato che la chiesa fosse Protestante.
Fu così che ballotsha diventò Battista.
Il giorno dopo, nella parte di foresta riservata ai battisti la fossa era enorme, quindici uomini portavano la bara seguiti dalla banda di ottoni nelle sue scolorite uniformi coloniali, le donne svenivano, gridavano, si gettavano a terra, un fiume di gente continuava ad accalcarsi, il pastore gridava salmi sulle teste dei presenti dalla cima di un mucchio di terra rossa, poco più in là dei bambini giocavano a saltare dai cumuli delle tombe più recenti…. la vita e la morte…….

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